Terzani Tiziano - 2008 - Fantasmi. Dispacci dalla Cambogia by Terzani Tiziano

autore:Terzani Tiziano
La lingua: ita
Format: mobi, epub
ISBN: 9788830424418
editore: Longanesi
pubblicato: 2008-01-01T23:00:00+00:00

Fra la gente, la rinascita religiosa è spontanea, genuina. I contadini dissotterrano dalle macerie i Buddha mutilati e li rimettono assieme; le mamme legano al collo dei figli piccole immagini dell’Illuminato perché li protegga.

La gente erige tettoie di paglia, costruisce un altare e si raccoglie in preghiera. La superstizione fa parte della vita cambogiana e soprattutto nelle campagne molti credono che Pol Pot sia stata la punizione inflitta ai khmer per la loro vita peccaminosa.

“ Abbiamo dovuto scontare i peccati di qualche vita anteriore “, dicono i contadini nelle campagne. E un ex studente di legge che oggi lavora a Phnom Penh mi ha confidato in tutta serietà: ” Seppi che i khmer rossi erano spacciati quando una notte, nella foresta di Pursat, sentii gli uccelli gridare: “Ah Pol Pot! Ah Pol Pot!’ Capii allora che la nostra espiazione era compiuta “.

“Ah”, nella lingua khmer, significa maledetto.

Sento ancora le urla nella notte (III)

Der Spiegel, 21 aprile 1980

La Cambogia di Pol Pot - il primo paese che ha abolito la moneta e ucciso un terzo della sua popolazione per purificare il resto - non si spiega né con gli argomenti della propaganda di Hanoi, né con le vecchie superstizioni dei cambogiani e neppure con le conclusioni, tanto frequenti fra gli occidentali, che è stata ” follia pura “.

C’era una gran logica nella follia di Pol Pot. Innanzitutto Pol Pot era un rivoluzionario. Come tale voleva costruire una ” società nuova ” e sapeva di poterlo fare solo dando vita a un ” uomo nuovo “. Per arrivarci ha preso una scorciatoia facendo una immediata e sistematica tabula rasa di tutto ciò che era vecchio.

Quando i khmer rossi presero Phnom Penh nell’aprile 1975, solo due dei sei o sette milioni di cambogiani abitavano in zone già controllate dalla guerriglia.

Solo questi sarebbero stati utili, e quindi salvi, nella nuova società. Gli altri, quelli vissuti sotto il regime proamericano di Lon Nol e quindi affetti dai valori borghesi e decadenti dell’Occidente, andavano eliminati. Ma non subito. In un primo tempo dovevano dar mano a costruire le infrastrutture della nuova Cambogia. Da qui la deportazione dei cittadini nelle campagne dove venivano messi a lavorare nelle risaie e nella costruzione di dighe e canali per i nuovi progetti d’irrigazione.

La prima ondata di massacri, subito dopo la vittoria, travolse gli ufficiali dell’esercito e gli alti funzionari del governo di Lon Nol, nonché i capi religiosi; seguirono i soldati semplici, gli impiegati del vecchio regime e chiunque desse segno di un minimo di opposizione.

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Poiché, secondo la concezione di Pol Pot, la nuova società non doveva trovare alcun punto di riferimento nel passato, furono eliminati tutti quelli che avrebbero potuto farlo risorgere; e per cancellarne persino la memoria collettiva, fu ordinata la chiusura di scuole, biblioteche, chiese e pagode; la distruzione dei libri; i massacri di insegnanti, intellettuali e, teoricamente, di chiunque sapesse leggere o scrivere e quindi fosse portatore di quella terribile malattia chiamata passato.

Non appena questo piano fu chiaro, ci furono forti proteste all’interno dei khmer rossi

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